Friday, June 24, 2005

Matrix

Quando vado in moto mi trovo nell'anomala situazione (in effetti mi capita solo andando in moto) per la quale, se qualcuno mi chiedesse 'Dove stai andando?' avrei effettivamente qualcosa da rispondere, quando vado in moto lo faccio per andare in un posto, sempre, e questo posto resta chiaro, sempre, il problema e' che di fronte alla domanda 'Dove sei?' spesso mi trovo in difficolta' e quindi, il come fare a raggiungere i mei obbiettivi diventa un problema.

La cosa drammatica e' che in molti paesi, ma sicuramente in tutti quelli dove sono stato, quando fermi un estraneo (che in termini statistici difficilmente parla la tua lingua) fronteggiandolo con la tua mappa e chiedendogli di indicare il punto esatto (ma anche no) in cui ti trovi, l'estraneo si rabbuia, potendo inforca gli occhiali, comincia a guardare questo pezzo di carta come fosse scritta in cuneiforme, passa 2 o 3 minuti rigirandola e dando l'impressione di non fidarsi di te che gliel'hai data gia diritta, scorre il dito sulla mappa cercando di trovare una corrispondenza tra la realta' della mappa e quella del suo quotidiano e dopo altri 5 minuti alza lo sguardo indispettito abbassando la cartina, guarda l'orizzonte e trascurando la tua domanda iniziale ti chiede...dove vuoi andare? (od un altro suono articolato che nella sua lingua vuol dire 'Dove vuoi andare?').

Lui in testa ha il mondo reale e per lui e' facile darti delle indicazioni, ma senza di lui, tu sei legato al tuo modellino in dueddi' ed a meno di caricarti il tizio in moto, il piu' delle volte la sequenza di indicazioni, vie, svolte, rotonde, terzi semafori di li', secondi incroci dilla', sottopassaggi, cavalcavia, sempredritti che lui puo' partorire, a meno che non si tratti di duedicodue passi, genera solo istinti omicidi.

Ma il gippiesse no, lui no, lui ti vuole bene, lui risponde alla tua domanda senza che tu nemmeno gliela porga, ti dice "hei, dolce amore tesoro, ti trovi qua, mi raccomando vai piano" e se ti sposti ti ridice "che caro, ti sei spostato, ora sei in quest'altro posto, hai fatto questa strada qui e stai andando di li'" e mentre te lo dice ti fa un disegnino in cui tutto calza perfettamente con la tua realta' di cervello-modellino in dueddi', il GPS ti da' la realta' parallela in cui vorresti guidare, in cui vorresti vivere, tu sai dove vuoi andare e lui ti dice dove sei, cominci a guardare piu' il suo schermino che quello che ti sta intorno, il GPS e' una droga che ti allontana dalla realta', il GPS e' la pillola blu'.

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