Wednesday, August 31, 2005

Leggo, studio, progetto.

Calendario in una mano e cartina dell'europa nell'altra mi devo mettere a decidere come/quando tornare. La cosa triste è che non sono stanco per niente e che continuerei per altri 2 anni, ma non posso. Secondo i piani originali ho ancora un paio di settimane, ma non vorrei passarle a correre da una parte all'altra, so che ci sono molti posti bellissimi da qui a Roma ma non posso fare altro che posticipare diverse visite e decidere dove passare la maggior parte del tempo. La scelta è per la Polonia, non voglio perdermi Kracovia per diversi motivi e da guida ci sono cose sufficienti da fare/vedere per passarci 7/10 giorni interessanti (in realtà ce ne sarebbero per 2 mesi almeno). Conto quindi di passare il grosso del tempo che mi resta in Polonia e di attraversare di corsa le altre nazioni lungo la strada, forse un altro giorno o due nelle repubbliche baltiche, ma non molto di più e magari un'altra breve tappa verso l'italia ma devo tristemente tagliare la Germania alla quale dedicherò molto più tempo in un'altra occasione, un po' triste ma è così.

Tallin

Il salto non è così netto come mi aspettavo, la prima cittadina Estone non è molto diversa dall'ultima Russa, ma qui a Tallin è tutta un'altra cosa. Città piccina ma molto carina, quasi troppo, nel centro storico non esiste un'attività commerciale che non sia dedicata ai turisti, ristoranti, pub, negozi di souvenir e cartoline. La città si da un tono medioevale, con negozi e ristoranti a tema (in realtà di medioevale non c'è molto di più della cinta muraria ma tanto basta) ma tutto questo pippone l'ho fatto solamente per arrivare alla CENA DI IERI SERA. Non ho parole, ok che qui la cucina è semplice, ok che più di bollitoni e verdure stracotte molto non hanno, ok che poi mi si accusa di fare cibo-turismo che io queste cose schifose me ne guardo dal farle che poi si alimenta un mercato che lo sanno tutti eccetera ma ieri, dico io ieri, ieri insomma dopo le 4 ore abbondanti in dogana russa sono arrivato qui a Tallin stanco, infreddolito, affamato ed un po' cecato (che viaggiando da est ad ovest il pomeriggio hai sempre il sole negli occhi). Prendo una stanza nel primo albergo che trovo e mi metto a cercare un ristorante consono alla mia fame. Il posto si chiama "Olde Hansa", non sto qui a dire che l'ambientazione medioevale era strepitosa con illuminazione praticamente solo a base di candele (in effetti non ci vedevo molto ma forse era per il sole ad ovest) e camerieri in costume che invece che comportarsi sciattamente recitavano la parte di servitori d'epoca, mi guardo bene dall'aggiungere che la birra speziata era strepitosa e che 2 sole pinte (in boccali di coccio) mi hanno steso come fossero a tasso alcolico triplo, sto attento a non menzionare che ci ho mangiato uno spezzatino di cinghiale con farro, cipolle cotte nel miele, verdure e marmellata di ribes da far urlare al miracolo, mi vergonerei ad aggiungere pubblicamente che ero affamato (ed in genere è una cosa che i ristoratori notano) ma che dopo il solo antipasto ed il cinghiale mi sono alzato esausto e non ho nemmeno scarpettato il sugo del cinghiale, vorrei solo dire che oggi ci torno e ci mangio l'orso...si poteva mangiare l'orso?

Tuesday, August 30, 2005

Bolshoi problem (rep.)

Oggi è finita la campagna Russa ed è finita nel più classico dei modi, con un bel problema alla frontiera. Ancora non mi capacito di cosa e come sia accaduto ma anche oggi mi sono visto un viso sorridente farsi buio e ribbattere alle mie domande con un bel 'Bolshoi problem'. Avevo tutto il tempo del mondo, SPB è ad un paio di centinaia di chilometri dalla frontiera Estone, colaziono nella pasticceria dove fanno la cioccolata buona, ci metto anche 2 pastarelle, faccio i bagagli, monto il mio GPS SULLA MOTO CON LE CARTE DI SPB E DINTORNI (non è successo nulla...nulla...stai calmo, tranquillo tranquillo) e parto contento riseguendo la mia freccina nera che corre sullo schermino arancione. Alle 2 arrivo alla frontiera, dogana Russa. La ragazza che sta dietro allo sportello ha l'aria di essere una che fa le cose in automatico, non mi guarda ma mi dice che vuole il passaporto, prende, controlla, timbra, mi da un foglietto da compilare (la "Custom card" in cui dichiari cosa porti e cosa hai) e mi aiuta a compilarlo, richiede i documenti della moto, chiede il visto della moto (???) mi richiede il visto della moto... mi ri-richiede il visto della moto e nel farlo prende un foglietto da una pila di foglietti uguali che dice lei che sono tutti visti di veicoli e che se io non ho il visto per il veicolo allora è un "bolshoi problem". Tento di dirle che di visto per la moto è la prima volta che ne sento parlare ma lei mi caccia via in un angoletto buio e mi dice di aspettare...seduto...sulla moto.
Passa un'ora e la signorina non sembra considerarmi ma dagli uffici della dogana esce un militare che ha l'aria di essere uno che pensa, alto magro e con i baffi, parla piano e mi guarda attentamente. Mi saluta con un 'Buongiorno' ed almeno parla inglese, mi ridice di dargli il visto per la moto ed io invece di dirgli quello che vorrei gli dico che del visto per la moto nessuno me ne ha mai parlato. Lui si guarda i miei documenti (compresa l'assicurazione comperata in dogana) e se ne sparisce negli uffici dicendo che deve chiedere al suo capo (si vede che pensa ma non decide). E passa un'altra ora ed io sto sempre in piedi vicino al casottino del controllo passaporti, e mentre sono lì che aspetto mi si avvicina una signora in borghese che sembra una di quelle signore che fa le cose, mi dice di darle tutto quello che ho, passaporto, documenti della moto e custom card...obbedisco, e poi mi dice di aspettare...seduto...sulla moto. E passa un'altra ora...e ne passa un'altra ancora ed io sono sempre lì fermo ad aspettare, soprattutto ad aspettare la cifra della multa/salasso/ammenda o come la si vorrà chiamare. Mentre sono lì rimugino e mi interrogo di come sia possibile che una cosa così grossa mi sia sfuggita, voglio dire ok che sono pirla ma ho chiesto informazioni a tutti per 2 mesi ed ho letto report su mezza internet...nessuna traccia, rimedio il telefono dell'ambasciata italiana a mosca e mi faccio spiegare che sono colpevole e devo morire di una morte lenta e dolorosa, non ho il visto per la moto ed è colpa mia e solo mia, anche secondo loro lo dovrei avere...in ogni caso non capisco ma una versione attendibile potrebbe essere: il visto per la moto/mezzo può essere inserito nelle informazioni aggiuntive presenti nel visto personale (adesivo del visto personale attaccato al passaporto) ma può anche essere acquistato in dogana (foglietto aggiuntivo). Non è obbligatorio acquistarlo in dogana perché potresti averlo integrato nel visto personale ma chi ti controlla il visto personale e ti vede in moto senza il visto per la moto magari dovrebbe dirti qualche cosa...magari, ma anche no. Tutti quelli a cui ho chiesto informazioni si sono rivolti ad agenzie che probabilmente hanno risolto la questione con il visto integrato, io questa cosa non l'ho potuta fare ed il crucco pecione che mi ha aiutato ad ottenere il visto si è scordato di dirmi di acquistare il visto per il veicolo (passare in germania per uccidere il crucco maledetto)...questa è solo un'ipotesi e se qualcuno ne sa di più mi farebbe piacere saperlo. Passa ancora del tempo ed io sempre lì ma ad un certo punto arriva da me un tizio robusto trafelato in camicia nera che in mano tiene i miei documenti, quasi in affanno mi chiede la custom card, io gliela prendo e gliela rimetto in mano e lui prima sorpreso ma poi sorridente mi fa "ok, you can go". Fine, no bolshoi problem, no amenda no problem at all, niet, go go go!!! Non ho capito cosa sia accaduto e non ho capito perché è accaduto ma ora sono in Estonia con un crucco da picchiare e tanta saggezza in più.

Monday, August 29, 2005

Un'ora di ordinaria follia

Oggi non avevo molto da fare, ovvero diverse cose ma molte organizzative o preparative. Non mi sono svegliato presto e fatto tutto quello che dovevo per preparare la conclusione della campagna Russia mi sono ritrovato in tardo pomeriggio senza una meta. Un'occhiata alla guida e le cose principali le ho già fatte, alcune anche più di una volta ma mi risalta all'occhio l'indicazione di un negozio per attrezzatura tecnica che aveva colpito la mia attenzione ma che non avevo fatto in tempo a vedere, non molti sono segnalati sulla Lonely...vorrà dire che questo è davvero particolare. Questa volta il B&B è molto più vicino e mi ci vuole poco, con la cartina in mano sono rapidamente di fronte alla vetrina. Da fuori sembra quasi un negozio di armi da guerra, fucili, mitra, qualche pistola, dai prezzi si tratta di riproduzioni ad aria compressa ma comunque sembrano impeccabili. Entro e comincio ad occhieggiare in giro, ci sono coltelli e pugnali professionali, orologi da escursione, MagLite ed una buona dose di materiale tecnico per attività all'aperto di ogni genere. Mi inginocchio di fronte ad una vetrina per ripassarmi un po' di Victorinox svizzeri e poi passo sempre ginocchioni a guardare quella a fianco in cui c'è una bella serie di Leatherman nuovi nuovi con tutti gli accessori e le cromature possibili. Mi alzo...buio...non ricordo molto...ho solo flash ed immagini indistinte, quasi sensazioni, mi ricordo di correre nella folla del centro...mi sembra di aver sbattuto contro qualcuno per la fretta...volevo qualche cosa di piccolo rettangolare e con un chip sopra...non ricordo altro. Le prime immagini distinte di cui mi ricordo di nuovo sono nel B&B, confuso ma fresco e rilassato, pressappoco a 59 gradi e 55.983 primi di latitudine Nord e 30 gradi e 20.808 di longitudine Est.

Per la cronaca

Per la cronaca, dopo aver bighellonato per mosca per una decina di giorni, mi sono fatto un paio di gitarelle nei dintorni della capitale, qualche strada minore ed anche uno sterrato facile facile giusto per dire che non mi faccio mancare nulla. Il 25 partenza da Mosca alla volta di SPB, comincia il rientro a casa, anche se come chilometri assoluti mi allontano da Roma, concettualmente qui inizia il mio rientro (sigh). Partenza il 25 e quando salgo in moto non è presto, ma per districarmi dalla città e dal loro grande raccordo (Mkad) ci metto un'infinità, è il delirio puro. La Mkad è l'anello autostradale che gira intorno a Mosca, 5 corsie ovunque con pazzi che corrono ed inchiodano per ogni metro di asfalto libero. Oltre a questo, nelle ore di punta (credo tutto quello che non sia dalle 2 alle 5 di notte) almeno 2 delle corsie sono piene di TIR e mezzi pesanti che scaraventano nuvoloni di scarico nero in mezzo alla strada, questo in condizioni normali. Spesso ci sono incidenti e la legge impone di lasciare i mezzi dove sono fino all'arrivo della polizia, il giorno della mia partenza da Mosca, ci sono stati un paio di tamponamenti in corsia ed in corrispondenza alla mia uscita (ma che fortuna) un pulman di traverso si è abbracciato con una macchina di passaggio, un girone dantesco. Visto il tempo perso ed il tempo passato in moto decido di non tentare il massacro e di prendermi un giorno in più per un soggiorno lungo la via, scelgo Tver, una cittadina piccola (ma con 500-mila abitanti) in cui di moto ne vedono davvero una all'anno. Le strade sono massacrate e la periferia è da "Ritorno al futuro", fantastico. La moto la parcheggio dentro all'albergo ed ho anche il tempo per una passeggiata al centro e per una cena...africana. Il 26 riparto per SPB, l'idea è di fermarmi a dare un'occhiata a Novgorod se il tempo e buono e non sono troppo di fretta. Il tempo è ottimo e per la strada incrocio due BMW-isti italiani, chiacchiera, confronti, molto simpatici ma poco tempo da passare insieme, peccato. A Novgorod ci arrivo per un boccone ma riparto all'imbrunire per gli ultimi 170 chilometri per arrivare a SPB con il buio. Per la cronaca dall'altroieri sera sono a San Pietroburgo, il GPS l'ho fracassato ieri ed oggi ho meditato il suicidio per diverse ore.

Confronti

L'esperienza a Mosca è stata molto diversa dall'esperienza a SPB, per molti aspetti.
A SPB ho fatto il turista, ho visitato musei e visto palazzi, sono stato principalmente al centro ed il più delle volte con la guida in una mano e la macchina fotografica nell'altra. Il centro l'ho visitato a piedi e non ho avuto bisogno di girare con i mezzi locali, anche l'alloggio era molto centrale, turista in posti da turista, bello comunque. A Mosca la stessa cosa non è stata possibile, in albergo all'inizio, in appartamento poi ma sempre lontano dal centro ho dovuto adattarmi e prendere i mezzi locali, guidare nel loro traffico ed integrarmi molto di più. Anche le principali cose da vedere a SPB sono molto più localizzate e visitabili da un buon camminatore mentre a Mosca senza metro o altri mezzi è impossibile pensare di districarsi e muoversi in tempi credibili. Oltre a questo, soprattutto per merito dell'amico dei grandi viaggi, passato a trovarmi durante la mia permanenza in città, ho passato delle giornate fantastiche, molto meno turistiche ma molto più a contatto con la realtà locale, SPB è fantastica, ma Mosca mi è restata nel cuore, davvero.

Sunday, August 28, 2005

Rotto a tutte le esperienze

A Mosca le ho provate tutte, intendo tutte quelle che hanno a disposizione. Ho preso la Metro (e parecchio) il Tram, le macchine scassate con contrattazione in russo ed ho guidato la moto dentro e fuori città. La metro è eccezionale, si aspetta meno del semaforo verde, porta quasi dappertutto ed è la soluzione più economica e coreografica, anche per il fatto che molte stazioni sono dei veri capolavori. Le macchine dei privati sono la soluzione migliore (l'unica usata dagli autoctoni) da dopo l'una fino alle 7 di mattina (che la metro è chiusa). La cosa mi affascina parecchio anche come termometro del tasso di sicurezza cittadino, anche ragazze da sole usano questo mezzo senza problemi (e voglio vedere a fare una cosa del genere ovunque in italia), fermi al bordo della strada si aspetta un vecchio scassone che nell'arco di secondi/minuti si ferma a contrattare, si comunica prezzo e destinazione e se la cosa sta bene ad entrambi l'accordo è fatto, in genere mentre si sta contrattando si accodano altre macchine nella speranza che la prima contrattazione vada male, il tutto è rapido, efficiente ed efficace. Usare la moto è stata una follia purtroppo inevitabile, nei 12 giorni passati a Mosca ho dovuto cambiare domicilio 2 volte e comunque anche per i miei porci comodi alcune volte la soluzione migliore è stata quella del mezzo proprio.
Dopo il primo impatto con il traffico di SPB il lanciarsi nel traffico di Mosca è stato il passo estremo al quale però sono arrivato preparato. Tu vai per la tua strada e ti curi della tua salvezza, il resto conta poco, le idee di sorpasso a sinistra (o a destra se piace ma comunque da una parte sola) sono idee fuori moda, il pensiero che siccome ho messo la freccia a destra e sono a 2 metri dal marciapiede quindi nessuno mi può passare da quella parte è un'altra idea per uomini deboli, gente che scarta nel traffico le macchine che precedono, che chiude improvvisamente per uscire di corsa dalla superstrada. La precedenza non si dà, si prende ed in genere il più grosso o corazzato vince. Dopo i primi timidi chilometri a SPB in cui seguivo segnaletica orizzontale e verticale, a Mosca ho fatto: inversioni ad U su superstrade, semafori con il rosso, marciapiedi, sorpassi a destra, sinistra, zizgato nel traffico, preferenziale a destra e spazio di sicurezza a sinistra (nel loro raccordo) fino ad arrivare a lunghi tratti senza casco. La polizia non se ne cura e tutto sommato integrarsi in questa maniera (ho fatto comunque molto meno dei motociclisti locali) fornisce margini di sicurezza maggiori che il seguire ciecamente le regole restando nei limiti di velocità. In fin dei conti, anche nel tagliare la strada al minivan che sta correndo in superstrada quando cerchi di imboccare l'uscita vista troppo tardi, rientra nelle regole non scritte del codice della strada di Mosca, tu lo guardi e lui ti guarda, lui la freccia la vede benissimo ma, senza farne una questione personale, lui non decelera per principio, tu lo vedi che ti ha visto e che se ne frega, se rallenti muori, se fai la manovra con calma muori, se aspetti una reazione positiva da lui non esci, ma se entri nella sua ottica capisci che a lui non interessa che tu gli tagli la strada, anzi, in realtà, è quello che si aspetta e quindi via così.
Poi capita che passando tra 2 file di automobili, uno si faccia da parte per lasciarti lo spazio per passare, che ti viene voglia di fermare la moto e bussargli allo sportello per fargli "Ma che ce l'hai con me?"

Welcome to the real world

Oramai sono un paio di mesi che viaggio in giro per l'europa con quel gingillino fantastico e non c'è nulla da fare, se ne può fare a meno ma con quel coso montato sulla moto la vita è tutta un'altra cosa. Il GPS è una cosa straordinaria, sapere se si sta andando a Nord o a Sud, verso il centro o verso la campagna, nella direzione giusta o no, anche senza avere caricato dettagli per la zona di interesse è una cosa fantastica. Inoltre il tener traccia delle strade fatte e dei posti visti fa sì che un posto in cui si è stati sia facilmente raggiungibile una seconda volta senza nemmeno il bisogno di uno stradario o di chiedere informazioni a chicchessia in russo, finlandese norvegese o quant'altro. In una città come Mosca ho risparmiato anni di vita seguendo le tracce già lasciate e ritornando in punti già visitati in precedenza...una cosa fantastica, impagabile. Senza contare poi che in condizioni normali il bellissimo cosino può essere condito con mappe dettagliate e può funzionare anche da navigatore (cosa che non ho sfruttato e che non so se sfrutterei) bellissimo, eccezionale, super.
Sono partito senza bloccarlo, è saltato a terra, ci sono passati sopra, l'hanno distrutto.
Se fossi stato SuperMan sarei volato in cielo per invertire la rotazione terrestre e quindi (questo quindi in realtà non me lo sono mai spiegato) il flusso del tempo per bloccarlo e porlo in salvo, ma invece sono solo un SuperCoglione e l'unico potere che ho trovato nel manuale è "Distruggi gingillini da 500 euro in su'".

Tuesday, August 23, 2005

2 settimane

Dice che i dischi dei freni per l'Honda XLV650 2001 qui a Mosca arrivano in due settimane, per la frizione non ho chiesto...mi sa che li cambio in Germania...o in Polonia che magari chiedo a Gregor.

Monday, August 22, 2005

Motociclisti

L'impressione che ho avuto dei motociclisti locali è che siano più che in altri paesi una categoria a parte. Alcuni con moto di primo piano, altri con scassoni d'epoca ma tutti molto uniti. Salutano dentro e fuori dalla città anche con il clacson quando ti incrociano, quando sono lontanissimi dall'altra parte dell'autostrada e anche quando ti superano. Della categoria 'alternativi' ne ho conosciuti un paio lo scorso finesettimana, ci siamo fatti una gitarella fuoriporta (in una delle cittadine dell'anello d'oro) ed al rientro sono stato addirittura invitato per un bicchiere di vino a casa di uno di questi. Il tizio in questione ha una Honda custom di una 20-ina di anni fa (non credo di aver identificato il modello) con targa attaccata sottosopra, la terza moto era un aggeggio simile guidato da una donzella poco gentil ma molto carina con targa da esporre a richiesta (la teneva in una delle borse latetrali). La gita è stata tutto sommato molto breve (meno di 60km da mosca) ma la giornata fantastica ed il monastero oggetto della visita hanno fatto la loro degna figura...ma poi a casa del tizio.
Lui abita al 16 piano in un palzzone in periferia di Mosca, nell'appartamento si è portato una moto (intera) sulla quale sta facendo dei lavori, tutto il soggiorno è occupato da questa cosa più un paio di motori aggiuntivi. La camera da letto è la proiezione nel mondo reale della mia idea della stanza di un hacker, manifesti di Lara Croft attaccati alle pareti, computer aperti e più o meno funzionanti alcuni dei quali risalgono all'epoca dei floppy 5 e 1/4 (aveva un 8'' attaccato al muro) e prima di poterti far sedere da una qualsiasi parte deve passare 2 o 3 minuti a spostare panni sporchi e pezzi di computer da un posto all'altro. La cucina era altrettanto splendida ma il tocco di classe è legato ad un modo di dire russo secondo il quale di un frigorifero vuoto si dice 'ci sono solo topi impiccati'...lui ci ha attaccato un mouse, appena sopra al ripiano dove tiene i lecca lecca. Come da costume in ogni casa russa ci siamo tolti le scarpe prima di entrare (hai visto mai si sporcasse qualche cosa) ed in cucina abbiamo celebrato con una torta di inizio del secolo ed un ottimo vino Georgiano.

Friday, August 19, 2005

Registrazia, bolshoi problema

Prima di partire per il lungo viaggio mi sono imbottito di guide, non che sia un patito del viaggio con guida ma devo ammettere che molte volte sono stato salvato da un numero di ostello o da una spiegazione dettagliata letta in anticipo. Alcune guide già le avevo mentre altre le ho dovute acquistare lungo la via ma in generale la scelta è stata sempre tra Lonely Planet e Routard. Per la Russia ho preso la Lonely e come al solito è dettagliata e precisa. Un trafiletto particolarmente interessante è quello che spiega come nelle città russe l'acqua corrente non sia potabile ma anche quello in cui viene spiegato in dettaglio l'assedio della città di SPB durante la seconda guerra mondiale o quello in cui viene spiegata l'apertura dei ponti per il passaggio delle navi da crociera (sempre a SPB). A proposito di Mosca ho letto e riletto il trafiletto che descrive la pantomima messa in atto dalla polizia (milizia) di mosca ai danni dei turisti con lo scopo di estorcere denaro per presunte imperfezioni della registrazione del visto. La cosa pare essere più probabile nei pressi della piazza rossa, per ovvi motivi, e prevede un gruppo di poliziotti prospettare lunghe procedure burocratiche di accertamento a fronte di una multa da pagare sedutastante nelle mani dei comprensivi poliziotti (o che gentili). Ovviamente sulla guida ci sono i dettagli del prezzo richiesto (2000 rubli) e delle precauzioni da usare per evitare questa truffa ma probabilmente la guida è vecchia perché a me hanno chiesto 1500 rubli.

Tuesday, August 16, 2005

Metro

La metropolitana russa è di un efficenza imbarazzante, un treno ogni minuto, copre quasi tutto il territorio urbano ed a Mosca molte stazioni hanno sculture quadri e mosaici. Il prezzo è di 10 rubli (30 centesimi) ma ci sono anche tessere più economiche, i problemi sono che:
- è tutto scritto in cirillico;
- se in una stazione più linee si intersecano la stazione ha un nome per ogni linea;
- a SPB sulla cartina di riferimento delle linee la linea disegnata a destra sulla mappa corrisponde ad una zona ad Ovest nel mondo reale (e viceversa).
Quest'ultimo punto non è per nulla banale e può portare a percorrenze di decine di chilometri a piedi qualora si decidesse di "fare una fermata a piedi tanto ho capito in che direzione è" ...non so se mi spiego.

Sunday, August 14, 2005

SPB -> Mosca non c'è 2 senza 3 :(

Sono partito e sono arrivato anche, da SPB a Mosca sono 690 chilometri (pensavo molto meno). La strada è non male (non ottima), i paesini che si incontrano in alcuni casi sono solo 2 file di baracche di legno ai lati della strada, distributori con un ottima frequenza e, a parte i matti che corrono a pochi centimetri da me, il viaggio è tranquillo e fattibile in giornata senza esasperarsi (indicativo della qualità del fondo stradale). Corricchio ma non troppo, l'autostrada è a tratti a più corsie e piove solo all'inizio all'uscita da SPB. Per strada mi fermo per fare benzina e tento di chiamare a Mosca per sistemare il problema alloggio..."Only SOS calls"...che strano...anche perché c'è campo...mah.
La cosa si ripete ad ogni sosta ed in tutti i casi, pur avendo campo, non riesco ad usare il cellulare. Fatico corricchio ed arrivo a Mosca alle 20 (partito alle 11 da SPB) e mi fermo al primo distributore per tentare di usare un telefono pubblico o di riattivare in qualche modo il mio. Trovo dove lasciare i bagagli non attaccati alla moto e mi dirigo verso un venditore di telefonini per chiedere assistenza. In breve i ragazzi del negozio mi dicono che Tele2 è un operatore che copre solo SPB e che per comperare un altro numero devo avere una registrazione a mosca....e che per avere una registrazione a mosca io devo andare in un albergo...ok ma io per andare in albergo ho bisogno del telefono...voglio uccidere qualcuno.
Tento di prostituirmi ma rifiutano l'offerta, mi permettono di usare un loro telefonino per fare la mia chiamata, non vogliono nemmeno un rublo per ricompensa, gentili, disponibili ed assolutamente indispensabili, ma che bello, questo vuol dire che mi devo comperare un'altra scheda.

Thursday, August 11, 2005

Taxi

Dopo (solo) una settimana di soggiorno a SPB ho finalmente capito dei raggiri di cui sono stato fatto oggetto. Ho già detto che in genere per muovermi la sera preferisco prendere il taxi, un po' perché ogni tassista dovrebbe conoscere bene la propria città ma anche per non lasciare la moto in posti non troppo sicuri. Il funzionamento dei taxi qui a SPB è un po' nebuloso e questo perché:
- i taxi ufficiali (con centro chiamate radio e tassametro) hanno un cappello giallo con scritto 068 (il numero della centrale) sul tettino ma NON hanno scritto taxi.
- se sei abbastanza audace, facendo ciao con la mano ad una qualsiasi macchina (più è scassata e meglio è) e supponendo di essere in grado di portare avanti una trattativa, l'autista del veicolo privato in genere acconsente a portarti dove vuoi (questo è vero in ambito urbano ma anche extraurbano).
- della seconda categoria (privati non taxi) fanno parte moltissime auto che hanno sul tettuccio della macchina una scritta Taxi (illuminata, bianca, gialla ecc). Questi quasi sempre non hanno il tassametro (se lo hanno parte alto e corre in maniera sospetta) ed anche con questi l'unica salvezza è la trattativa feroce preventiva.
Tutti e tre sono affidabili (rispettano le trattative) ed io, ovviamente, sono stato turlupinato continuamente. Meno male che non si sono scritti sul tettuccio 'Banca'.

Wednesday, August 10, 2005

L'inutilità delle parole

Si parte...no non si parte. Il fatto è che SPB è davvero molto bella, un po' per pigrizia o per stanchezza, parte del fine settimana non è stata molto produttiva per quanto riguarda la mia crescita culturale (va precisato che mentre a Dublino tutto chiude alle 3 di notte che è ancora un'ora x cui uno va a dormire e si alza alle 10, qui le discoteche chiudono alle 6 di mattina e nonostante il mio spirito giovanile ed un fisico allentato, insomma ci siamo capiti). Ok sono rimasto indietro con i compiti e mi restano ancora 2 o 3 cose interessati da vedere/fare per cui allungherò un di un po' la mia permanenza a SPB.
Fiero di questa scelta mi alzo pimpante alle 8 (ecco domenica sera non avendo + vent'anni sono andato a dormire alle 9) e cerco la signora del B&B per prolungare il mio soggiorno...nessuno, l'aspetto un po'...nulla, ok decido di partire presto e tornare presto per informarla (anche perche' io ho le chiavi ed i bagagli nella stanza sono ammassati come se per aprirli avessi usato una granata). Salgo su San Isacco e poi mi perdo nel museo della storia russa (una fantastica signora che lavora lì mi si affianca e mi spiega tutto in inglese) insomma torno al B&B che sono le 13 e già mi immagino la signora del B&B che vuole la mia gola, ma fiero del fatto di voler comunque allungare il mio soggiorno non sono troppo preoccupato. Arrivo di fronte alla reception ed in effetti è li con i pugnetti sui fianchi la testa leggermente di sbiego che mi guarda con occhiacci minacciosi. Tento in inglese l'approccio scuse + estensione soggiorno ma lei parte con un pistolotto molto colorito che io non capisco una parola ma si capisce benissimo che è incavolata e che io me ne dovevo andare prima perché insomma che diritto ho di prendermi le chiavi e sparire e poi cavolo il check out è a mezzogiorno e nel dire tutte queste cose prende un foglietto ci scrive sopra un bel 12 e fa un gesto con entrambe le mani verso la porta. Ovviamente il tutto è in russo ma la cosa resta molto chiara; io però non mi faccio prendere dallo sconforto e sono oramai campione del mondo dei mimi e con due dita le indico i due giorni in più che vorrei passare nel B&B, lei pronuncia un suono che significa comprensione, risorride e mi riaccoglie tra i suoi amati ospiti.

Tuesday, August 09, 2005

Ancora mi fumano

San Pietroburgo è una città che è proprio una città, voglio dire, Dublino sono 1 milione di abitanti ma per vedere il centro ci vuole un'ora e per vedere tutti i musei bastano un paio di giorni ed avanza tempo per ubriacarsi entrambe le serate. Ad Oslo ed Helsinki sono circa 500 mila e la situazione non è molto diversa da Dublino. Qui a San Pietroburgo invece no, sono più di 4 milioni e tra palazzoni imperiali di quello zar o quella zarina o della grande guerra patriottica, fortezze o quant'altro non si finisce più. Prima di tutto noto con stupore che il taglio che ho dato a questo viaggio segue molto le vicende storiche della seconda guerra mondiale, ho visitato musei a tema in Norvegia, in Finlandia ed ovviamente non potevo esimermi qui a SPB...chissà se è grave ed ad un certo punto rinsavisco. Ok quindi mi sono visto il museo dell'assedio, il museo storico/politico (che tanto sempre per Lenin e Stalin passa) il monumento ai caduti della grande guerra patriottica, ma oltre a questo uno non può tornare a casa e guardare gli amici negli occhi senza essere stato all'Ermitage (e ci sono stato il primo giorno) e dentro e fuori e dalla piazza del palazzo e dal fiume e di giorno e di notte, e pure questo ce lo siamo levato. E poi c'è Sant Isacco da girarci intorno e da salirci sopra, il giro per i canali e la fortezza di San Pietro e Paolo che proprio a 2 passi dal centro non sta (ovvero sta anche al centro ma non sono 2 passi per niente), poi ci si mette il parco fuori città con fontane (che dicono che quelle originali gliele hanno fregate i fascisti???) e scoiattoli che fattelo a piedi e poi torna con i mezzi perché hai finito i soldi e dico io sotto a 'sto sole. E poi c'è il corso principale che da solo sono 4 chilometri e dico io mi sembra pure un po' troppo, mettici che mi viene pure voglia di vedere una discoteca ed anche lì non si schioda prima delle 6 di mattina...insomma, non è solo un problema di vesciche sotto ai piedi...qui ho bisogno di 2 settimane seduto in poltrona, come poggio i piedi per terra la mattina è solo lagrime e stridore di denti, io forse preferivo partorire con dolore...ma forse no.

Uno legge l'altro scrive.

Lo scorso anno ho passato 2 settimane in Scozia e mi sono affidato alla mia scheda telefonica Irlandese per tutte le telefonate di logistica. In realtà le mie telefonate consistevano per lo più in brevi chiamate a B&B ed ostelli per richiedere la disponibilità di un posto letto ma nonostante questo in 2 settimane ho speso un qualche cosa come 90 euro. Il costo di una scheda locale è in genere praticamente nullo, ovvero si paga quasi solamente il traffico e pochissimo per l'attivazione in sé. Qui in Russia la cosa non è diversa, e ci sono molti operatori che forniscono questo servizio. Il primo è Megafon, devi fare vedere il passaporto, devi comunicare dove abiti, firmare, compilare, pagare ma poi hai la tua bella scheda russa con cui fare telefonate di servizio e magari restare in contatto con gli amici all'estero...no, non puoi perché Megafon non ha accordi di roaming con l'Italia e quindi puoi ricevere messaggi dall'Italia ma non puoi spedirne.
Ok ok ok tanto l'attivazione non costa praticamente nulla e poi con l'altro operatore le tariffe sono anche minori e poi questa tizia mi GIURA che Tele2 ha il roaming attivo con l'Italia...ok, ci riprovo e cambio scheda.
Ricaccio il passaporto, ricompilo, ridico dove abito, rifirmo e riottengo una splendida schedina Tele2 che stavolta deve funzionare. Faccio qualche chiamata locale e tutto funziona, mando un messaggio in italia e parte...figo.
Però che strano, l'amichetti in Italia non sono più tanto amichetti, nessuno mi ci parla più, mi sorge un dubbio e torno al negozio di ladri...si, è proprio così, con la seconda scheda posso spedire ma non ricevere sms.

Saturday, August 06, 2005

E invece sì.

Ovviamente c'è anche una lista di cose che corrispondono a quanto mi è stato detto ed a quanto dunque mi aspettavo, la lista delle cose che ho notato è parecchio lunga e quindi non scriverò tutto (anche perché il mio avvocato me lo sconsiglia) ma per cominciare, lo stile di guida locale è molto disinibito, l'arrivo a SPB è stato il delirio assoluto, le distanze di sicurezza sono scese a pochi centimetri e l'idea del sorpasso a sinistra è roba per pochi fanatici, oltretutto la città è disseminata di canali e fiumi ed orientarsi tramite i corsi d'acqua è fuori luogo per cui nel traffico ci sono rimasto molto di più di quanto avrei voluto.
Per strada girano certi catafalchi che se mi dovessero venire addosso sarei più preoccupato dell'antitetanica che del CID, oltretutto abbastanza spesso si fermano al lato della strada a smanacciare nel cofano per poi ripartire in un fragore di rumoracci orrendi...poi girano BMW e macchinoni di superlusso.
Ho trovato un B&B molto centrale (B&B è una forzatura, quando ho chiesto alla signora "Breakfast?" lei ha risposto laconica "Niet") ad un prezzo acettabile e nel raggiungerlo un tizio su un CRB600RR mi si affianca e riparte su una ruota sola per una 50-ina di metri a 120 nel traffico della via principale con:
- occhiali da sole
- senza casco
- senza targa
Posati i bagagli ed ancorata la moto con tante catene che piuttosto che rompere tutti i blocchi fanno prima a segare la moto a pezzi, mi faccio due passi per il centro e di questi invasati che corrono in moto ce ne sono parecchi, molti senza casco, moltissimi senza targa, GSXR1000, CBR900 giusto per dire, ma parecchie altre, chiedo ad una tassista come mai ci siano moto senza targa e lui mi dice che, beh effettivamente, beh eh sì, se le moto sono di bassa cilindrata (e beh sì, sì già) la targa non è obbligatoria (aaaa beh, ecco si deve essere per quello).
L'inglese non lo parla (quasi) nessuno, ma quando dico nessuno intendo il personale nei musei, le persone nei negozi del centro, nei ristoranti, nessuno, nessuno, se per strada esordisco con un bel "Du iu spic inglish" tirano diritti scuotendo il capino e con gli occhietti che dicono forte "non ci provare nemmeno". In alcuni musei non esiste materiale con spiegazione che non sia in cirillico (ok questa frase contorta messa in positivo si legge "In alcuni musei è tutto in cirillico" ma mi è venuta così e dovrebbe funzionare lo stesso).
E per concludere, sì, è vero, i Finlandesi sembrano mooooooooolto più puliti.

Thursday, August 04, 2005

E invece no.

Sono in Russia, a San Pietroburgo, ed oggi ho avuto l'impatto con il mondo Russo. Ora parto con il pistolotto sulla burocrazia, le ore spese alla dogana, le strade fetenti, i Russi fetenti pure loro, i prezzi comunque alti, le ore passate a tentare di farmi capire e le decine di ore a tentare di capire chi di inglese non sa nemmeno Yes e No. E invece, da quando sono arrivato alla dogana Finlandese alla foto sotto il cartellone con scritto Russia è passata poco più di un'ora, il visto timbrato, l'assicutrazione per la moto comperata ed i rubli ritirati (necessari anche per l'acquisto dell'assicurazione). L'assicurazione non è costata nemmeno questa follia, ho ritirato 250 dollari che sono stati tradotti in 7000 rubli e l'assicurazione per un mese è costata meno di 1000 (il che, molto a braccio, vorrebbe dire circa 30 uri). Nessuna delle persone alla dogana parlava inglese, ma per timbrare il visto e aggiungere i dettagli del mio soggiorno sono bastati gesti e qualche straccio di inglese. Per l'assicurazione della moto mi è bastato tirare fuori il foglietto con il nome dell'assicurazione e la signora allo sportello è partita come un treno a riemipre fogli e timbrare tutto il timbrabile. L'unico momento di terrore è stato quando, sempre la stessa signora mi ha rivolto una domanda che non mi aspettavo...silenzio...un paio di persone intorno si sono fatte vicino ripetendo più o meno i suoni prodotti dalla signora, fino a che un pelato bassottino con maglietta mimetica e collo del diametro della mia coscia, alzando il tono della voce (forse pensava che il mio fosse anche un problema di udito) ma anche un po' la testa verso l'alto (forse pensava anche che io fossi stupido) mi scandisce "How many days!!!", questo è l'unico problema incontrato alla dogana.
Da lì Russia, le strade, che dire, dopo aver visto le voragini in autostrada della Bulgaria mi aspettavo i crateri lunari invece la strada è buona (oserei dire ottima ma non voglio esagerare) diritta, senza buche, ok con qualche toppa mal messa, ma insomma nulla di drammatico.

Wednesday, August 03, 2005

L'ultima occasione

Da fonti certe ho saputo che gli alci si aggirano per strada preferibilmente al tramonto. Ieri sera (al tramonto) ho preso la moto e per un paio d'ore (sì, qui hanno un tramonto lunghino...forse dovevo farmi dire meglio in che parte del tramonto gli alci si aggirano) mi sono messo a girare per strade secondarie e sterrate. Lagrimoni agli occhi per il vento, freddino anche, un paio d'etti di moscerini negli occhi, bella bruma, laghetti quanti ne vuoi, segnali di attraversamento alci, un gatto. Oggi triste e sconsolato ho effettuato ricerche approfondite presso chi le cose le sa davvero, presso chi conosce tutto, la schampista del paese mi dice che il momento migliore è DOPO il tramonto...maledetti alci qui il sole tramonta alle 22:30, non so se ce la posso fare, il fatto è che stasera è l'ultima sera e domani invado la Russia, non sono sicuro, forse provo, ma se non riesco in culo all'alce.

Tuesday, August 02, 2005

Good luck

Nel mio immginario la frase "Buona fortuna" è un qualche cosa da dire a chi ne ha bisogno davvero, a chi a poche possibilità di successo, a chi insomma...probabilmente non ce la farà. Che so, all'amico prima di un esame per il quale non ha toccato libro, a qualcuno prima di un colloquio per un posto in cui ci sono altri 2000 candidati. In casi particolarmente estremi la frase di augurio sarebbe accompagnata da uno sguardo accorato (questa cosa dell'accorato mi piace parecchio ed è la seconda volta) e magari una mano sulla spalla per dare forza al momento toccante, potrebbe allora trattarsi di un amico artificiere che deve decidere se tagliare il filetto rosso, quello giallo o quello blu, un bel "Buona fortuna", dopodiché ti metti da parte, lo lasci lavorare ed aspetti di vedere quanto sale in alto quando c'è il botto.
Un altro esempio che mi viene in mente di getto è se per esempio io fossi un meccanico Honda in un concessionario ufficiale in Finlandia ed il tizio a cui non sono riuscito a cambiare i dischi del freno anteriore (parecchio storti e consumati) mi dicesse che prima di poterli cambiare passeranno migliaia di km. La mano sulla spalla no, perché sarebbe lorda di grasso, ma lo sguardo accorato magari lo farei.

Campione del mondo

In un momento particolarmente ozioso del mio soggiorno ad Helsinki, mentre me ne stavo sdraiato su di un bel prato a praticare l'attività di abbronzatura finlandese (senza fustigazioni di sorta questa volta) un gruppo di ragazzi non molto distanti dal mio luogo di relax, hanno prodotto una scatola contenente diversi zeppetti di legno (o forse piccoli tronchetti), avendo visto un qualche cosa di simile in Norvegia, mi sono messo a fissarli con insistenza per tentare di capire di cosa si potesse trattare. Data la mancanza di lenti a contatto, il mio sguardo deve essere stato particolarmente fastidioso perché dopo poco, uno dei giocatori si è disturbato per venire a chiedermi se per caso volessi unirmi a loro in una competizione internazionale in questo gioco così competitivo...ovviamente non potevo rifiutare.
Il gioco è formato da 13 pezzi di legno, 12 di questi hanno un numero scritto sopra (sorprendentemente i numeri da 1 a 12) mentre il 13-esimo tronchetto è l'arma da battaglia. I 12 numerati vengono ammucchiati ad un'olimpionica distanza di 2 o 3 metri dal lanciatore che con sguardo determinato effettua il lancio del tredicesimo in direzione del mucchio. Se il lanciatore non è un completo incapace, ad ogni lancio accade che uno o più tronchetti cadono al suolo, se questo accade per un solo tronco, il numero del tronco stesso corrisponde ai punti guadagnati se invece i tronchi caduti sono più di uno, sarà il numero di tronchi a corrispondere al punteggio totalizzato. Oltre a questo, il rigido regolamento del gioco, impone che il tronchetto abbattuto debba essere rialzato nel punto esatto in cui si trova, per cui se all'inizio tutti gli zeppetti sono raggruppati vishini vishini ma mano a mano che il gioco procede gli zeppi si allontanano, favorendo preziosismi tecnici e giochi di rimbalzo atti a colpire il miglior numero necessario alla vittoria.
Lo scontro è avvenuto in campo internazionale ed ha coinvolto Francia, Svezia, Finlandia(x3), Australia ed Italia ed ovviamente per prevalere a questo gioco bisogna dimostrare una notevole preparazione fisica, perfetta coordinazione, colpo d'occhio e capacità di dosare le proprie forze nella media e nella lunga distanza, io invece ho avuto culo.